Ovviamente per i libri è più difficile legarsi direttamente dall'anno di uscita, ma fa niente: che siano usciti quest'anno o meno, questi sono i cinque libri che personalmente mi porterò dietro da questo 2023: emozioni pure, tra le pagine.
Autostop con Buddha è un libro che si può odiare o amare, perché racconta uno spaccato lontano e distante: un lungo viaggio vissuto a piedi (!) in un paese in cui l’autostop è vicino al reato (!!), ovvero il Giappone, vissuto realmente, cartina alla mano, da un estremo all’altro. Come è naturale è più un viaggio interiore che esteriore, più di conoscenza di umanità e luoghi, che non una guida turistica. Ed è dunque abbastanza imperdibile specie per il fatto di sapere raccontare un paese da dentro, più che dai recinti turistici.
Questo libro racconta, in sostanza, poco, o al contrario tutto. Non c’è niente di strano: è la storia di una persona che viene a mancare. Oppure no, è la storia di chi scrive in rapporto a chi è mancato. Oppure no, è la storia della musica e del suo essere un collante di esperienze sociali e di vite. Oppure no, è il racconto di un padre di fronte alle domande importanti di una bambina. Oppure no, è uno di quei libri che parlano di sentimenti, amicizia, dolore, felicità. Oppure no: è un libro da leggere, perché sa prenderti a schiaffi, pur parlando di qualcosa di quotidiano. Leggi pure se vuoi, la mia intervista all’autore e poi, compralo.
Io un abisso così non l’ho (quasi) mai affrontato. Un caso editoriale che non ha senso, un libro che vende tantissimo senza motivo, o meglio il motivo c’è ma non è il motivo che fa scegliere alle persone di leggere un libro. Quattro amici, una New York al presente, quattro vite e soprattutto una centrale, un perno, quella di Jude, una vita raccontata lungo oltre mille pagine, qualche decennio, dal primo all’ultimo istante. C’è davvero troppo, è tutto difficilmente affrontabile, la quantità di umana sofferenza all’interno è pari a quella di una intera guerra, di un genocidio, di una strage. Eppure è quanto di più umano esista. Da leggere, soffrendo, odiandolo, ricordandolo poi. E non rileggerlo mai più.
Finalmente in italiano un libro molto particolare e di nicchia. Parliamo della scena musicale americana, anzi, di New York, dei primi anni duemila: dagli Strokes a Lcd Soundsystem, dai The Rapture agli Interpol. Un cosmo folle, tutto da ricostruire (e ricostruito) tramite interviste multiple che scorrono, dialoghi che compongono angoli di un quadro fortunato, di un istante in cui New York diventa il centro sonoro (e in parte estetico) del mondo.
Lo puoi trovare qui ma ne ho scritto estesamente sulla webzine Kalporz, recensendolo.
Una gran bella sorpresa. Trama semplice (una situazione equivoca, il dubbio di un tradimento) che porta allo scavare dentro ad una relazione matrimoniale. Quello che succede da quel dubbio in poi è il motore di una serie di cambiamenti personali che raccontano tanto di quelle due persone, marito e moglie. Davvero bella la scrittura: una videocamera che si muove su punti di vista diversi in totale continuità, passando come a volo d’uccello da un personaggio all’altro. Conta più quello che succede nel mezzo che inizio e fine: una efficacissima lama che passa a scavare lungo le fratture di una relazione.
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