I film imperdibili
Povere Creature
The Substance
Dune 2
È stato un anno di bel cinema, come in fondo lo sono quasi tutti. In quella sensazione generale di manchevolezza di grandi film c’è in realtà la manca di voglia di gettarsi in lidi coraggiosi, uscendo da quella voglia di “film colossal” che a poco serve. Dovendo scegliere tre esperienze indimenticabili, questi tre film si staccano sugli altri. Se Dune 2 è la conferma che questa saga può essere il Guerre stellari della nostra generazione, per immaginario, musiche, qualità e fascinazione del mondo, per gli altri due c’è soprattutto la forza con cui si impongono a rimanere. Dallo sguardo allucinato di Povere Creature, centro perfetto di Yorgos Lanthimos, con Emma Stone nel ruolo della vita, fino all’incredibile, disturbante, folle The Substance: due film imperfetti ma tanto potenti da rimanere nel cuore a mesi di distanza.
I film molto belli
Il ragazzo e l'airone
Perfect Days
Anatomia di una caduta
Trap
Civil War
Challengers
If - Gli Amici Immaginari
Il Robot Selvaggio
Mentre tra i film comunque molto belli ci sono tante belle esperienze. Da quelle inquietanti come il thriller di Trap (con il buon M. Night Shyamalan a firmare una delle sue pellicole migliori, soprattutto per la prima, tesissima ora) alle angosce politiche di Civil War. Ma non mancano gli sguardi umani: dalla perfetta normalità dei bagni di Tokio di Perfect Days, alle disgregazioni famigliari di Anatomia di una caduta e Challengers, seducente e ammaliante. È stato però un anno interessante anche per animazione e film diversi: se il ragazzo e l’airone è l’ennesima (e ultima?) affascinante invenzione di Hayao Miyazaki, a sorprendere sono la Dreamworks, che finalmente firma il suo “Wall-E” con “il Robot Selvaggio” e una perla rimasta abbastanza inosservata come “If”: apparentemente una fantasia infantile, nei fatti un film che non mancherà di strapparvi una lacrima.
Le serie e l’animazione da ricordare
Arcane stagione 2
Kaos
Fallout
Baby Reindeer
The Bear stagione 3
Exploding Kittens
Terminator 0
E dicono che non è più la stagione d’oro delle serie: certo, se non ci sono più, al momento, fenomeni generazionali come Lost o Breaking Bad o Game of Thrones, non mancano tante ottime serie da vedere. Benissimo, l’animazione ad esempio: se Arcane ha il solo difetto di finire troppo presto (e quella meraviglia che abbiamo visto non tornerà forse più, perché siamo su un livello oltre il pensabile) per altre serie c’è l’aspetto sorpresa. Fallout riprende il noto videogioco e lo trasforma in una nuova storia dal sapore sempre sospeso tra il divertente e l’amaro, Baby Reindeer inquieta tutti parlando di stalking ma al contrario (la vittima è un uomo) e la sorpresa forse maggiore è Kaos, che riprende la mitologia greca per viaggiare tra passato, presente, vita e morte con una cornice di scrittura di livello altissimo. Così come sono di ottimo livello la ripartenza di Terminator 0, in sostanza un reboot in versione anime del cult anni 90 (con più filosofia) e la dissacrante Exploding Kittens, folle trasposizione del gioco di carte in un piccolo cult tutto da ridere. E poi c’è lui, l’attesissimo The Bear, alla stagione tre. Che ha un difetto non indifferente (non porta quasi avanti la trama) e alcuni pregi che altre serie non hanno: ha personaggi che bucano, ha una scrittura che si disinteressa dei normali schemi ed è così perfetta nel ritmo e nella sceneggiatura che si riesce a perdonare quel difetto. Basti pensare alla prima puntata.
I videogiochi da non perdere
Metaphor - Re Fantazio
Hellblade 2
Alan Wake 2
Zelda - Echoes of the Wisdom
Like a Dragon Gaiden: The Man Who Erased His Name
A proposito di esperienze: cinema, libri, serie, esistono molte arti riconosciute e consolidate. Ed è un peccato lo siano solo in parte i videogiochi, che pure sono una delle più interessanti arti moderne. Ad esempio: Metaphor è il punto di arrivo di una produzione della giapponese Atlus (serie Persona) che si reinventa e ci porta in un fantasy dal sapore medioevale, con una lotta al potere indimenticabile nel suo sapere raccontare popoli diversi e la sofferenza delle differenze per il proprio luogo di nascita. A proposito di viaggi: Hellblade 2, pur leggerissimamente inferiore al primo, è un secondo, scenografico, viaggio interiore di Senua, dove scopriamo la mitologia nordica, l’Islanda e soprattutto i demoni interiori della nostra eroina: un’esperienza audiovisiva stupefacente. Due parole che possono valere anche per Alan Wake 2, due storie a fondersi, dove il thriller e il paranormale arrivano a livelli eccelsi. Infine, due perle diverse: il nuovo Zelda è un gioco a tutti gli effetti, nel termine in cui lascia la piena libertà di affrontare, creare e scoprire il lato ludico di ognuno di noi, così come l’ultimo Yakuza è invece una perfetta storia di mafia giapponese, di uomini, di onore e di sfide personali.